Studio 'Burlo' Trieste, è urgente studiare tutta la flora microbica
Potrebbe essere causata da alcuni microbi normalmente residenti, che stimolano la produzione di molecole pro-infiammatorie, la causa delle vaginosi batteriche, le infiammazioni che interessano il 20-30% delle donne in età fertile, e che possono essere asintomatiche o causare bruciori. LO afferma uno studio recente effettuato dall'Irccs Burlo Garofolo di Trieste, pubblicato da Scientific Reports del gruppo Nature, al termine di un esame durato un anno su un gruppo di 62 donne.
Di norma, la diagnosi della vaginosi era posta sulla base della diminuzione in vagina di lattobacilli, che proteggono l'ambiente da aggressioni esterne e dall'aumento di batteri patogeni. La ricerca - coordinata da Manola Comar, direttrice della struttura di microbiologia avanzata del Burlo e docente all'Università di Trieste - ha documentato per la prima volta che individuare un particolare assetto batterico, o microbiota, nella vagina di una donna non è di per sé sufficiente per diagnosticare una vaginosi o per escludere del tutto un processo patologico.
Quel che conta è la capacità di alcuni microbi normalmente residenti in vagina di stimolare la produzione di molecole pro-infiammatorie, che possono causare un'infiammazione cronica, a volte silente, che a lungo andare spiana la strada a patologie ostetrico-ginecologiche anche gravi. "Studiare il microbioma vaginale, cioè la totalità della flora microbica presente in vagina sta diventando sempre più importante e urgente - spiega Comar -. Caratterizzare non solo la composizione dei batteri presenti in vagina, ma individuare i rapporti tra le popolazioni batteriche presenti e con l'ospite donna, ci spinge a riformulare i parametri clinico-diagnostici delle cosiddette disbiosi vaginali e a trovare nuovi approcci terapeutici".
Fonte: Scientific Reports
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